sabato 9 febbraio 2008

verità indiscutibile

Molti affetti sono abitudini o doveri che non troviamo il coraggio di interrompere.
Eugenio Montale


martedì 5 febbraio 2008

into the wild

Sapevo che Sean Penn non mi avrebbe deluso! E' proprio grande! Sono uscita dal cinema estasiata.
Into The Wild. Solo il titolo ha richiamato la mia attenzione di ragazza sognatrice... Una storia bellissima, che lascia un segno. Ti fa riflettere, ti induce a pensare. La felicità? Qual è la vera felicità? Dove trovarla? Credo che Chris McCandless debba essere preso d'esempio da tutti noi giovani. E' stato coraggioso, è stato, semplicemente, grande!!!
Ho trovato questa bella recisione di Emiliano Bertocchi che riporto qui di seguito:

Ci sono film che non restano rinchiusi nei margini dello schermo e magicamente ti entrano dentro, fino a colmarti. Ci sono film che diventano esperienza, nel momento stesso in cui il vedere e l´ascoltare si trasformano in sentire. Emozioni, vita, dolore, morte, paura, felicità. Into The Wild è un viaggio di puro splendore. Nel quale un ragazzo spinge fino ai limiti estremi una sua scelta morale. La ricerca della solitudine assoluta per misurare il proprio bisogno degli altri. E´ questo il fine ultimo di tutte le avventure, gli incontri e le scelte di Chris McCandless (interpretato da un magnifico Emile Hirsch). Un viaggio che trasforma la fisicità del movimento in una ricerca interiore, esistenziale e allo stesso tempo letteraria e filosofica. Sean Penn amalgama con grande maestria questi tre piani, riportandoli in una forma del racconto che li sappia racchiudere ed esprimere. E allora a dare continuità al rapporto tra vita e scrittura ci pensano le parole in sovrimpressione di Chris, che riempiono lo schermo e si mescolano con le immagini, diventando un´unica materia, quella di cui poi è fatto il cinema. E gli autori e i libri amati da Chris: London, Tolstoj, Il dottor Zivago . Le riflessioni filosofiche (Thoreau) che scaturiscono dal rapporto dell´uomo con la natura, dal suo misurare i propri limiti, dalla sua ricerca della verità.

Dopo aver preso una laurea con il massimo dei voti e aver adempito ai suoi obblighi nei confronti di quello che la società e la famiglia si aspettavano da lui, Chris decide di mettersi sulla strada, rinunciando a tutti i suoi risparmi, per fare ogni giorno una nuova esperienza. E durante il suo viaggio Chris, che si ribattezza Alexander Supertramp, farà alcuni incontri che daranno ancora di più le coordinate della sua ricerca, grazie alle possibilità che la vita offre di poter condividere tempo e momenti con altre persone, per avvicinarsi a quella consapevolezza di se stessi che Chris deve ancora ottenere, perché il suo è anche un viaggio di formazione, di scoperta del proprio mondo interiore e dei suoi limiti. Tra questi incontri particolarmente emozionante è quello con due hippy, un´occasione per Sean Penn di riportare alla luce alcune delle utopie degli anni ´60 e ´70, come le comuni (qui è presente quella di Slab City) e il concetto di famiglia allargata.

La divisione della storia narrata da Penn (tratta dal romanzo di Jon Krakauer) in capitoli che ripercorrono l´esistenza umana, dalla nascita alla conquista della saggezza, dà anche il senso di un´interpretazione del tema del viaggio come nuova vita, come se i due anni in cui Chris cammina in lungo e in largo per l´America fossero, per lui, come una rinascita, un nuovo percorso umano ed esistenziale, in cui le tappe fondamentali della vita si condensano in incontri e scoperte. La narrazione alterna le settimane che Chris passa in Alaska, la sua grande avventura, la sua prova più estrema e i periodi di tempo in cui è in giro per l´America. Si alternano quindi la voce dello stesso Chris e quella della sorella, indispensabile per aprire nuovi scenari sulla vita del ragazzo, sulle sue paure, sulla scoperta di quanto la sua famiglia fosse ipocrita e violenta. Perché è proprio la famiglia, simbolo della società e del suo funzionamento, ad essere il nucleo malato che partorisce la rivolta di Chris.

Una rivolta estrema, senza compromessi, che trasforma questo film anche in un manifesto politico di assoluta negazione di alcuni dei principi fondanti delle società occidentali, quali la famiglia e il consumo. Attraverso la storia di Chris, Sean Penn apre uno squarcio profondo nella realtà codificata e perennemente uguale a se stessa nella quale ci ritroviamo a vivere. Mostra la natura, mostra l´uomo completamente immerso nella natura. Ma la sua non è una visione retorica, è semplicemente l´esplorazione di altre possibilità, di altre approcci alla vita. La natura mostrata da Penn non è benevola. E più essa diventa selvaggia, lontana dalla civiltà, più si trasforma in un ambiente ostile all´uomo e alle sue necessità primarie. La caccia e l´alimentazione diventano problemi reali, concreti, quotidiani. Ma la natura è anche il luogo in cui lo spirito umano trova la possibilità di espandersi ed elevarsi, quasi in comunione mistica con gli elementi. Vivere qui ed ora, senza anestesie di alcun tipo, tecnologiche quanto sociali, vivere per scoprire l´essenza della vita stessa, la verità ultima e più profonda.

"La felicità non è reale se non è condivisa" scrive Chris sul suo quaderno. E questa è la sua illuminazione, questa la sua saggezza. Sean Penn lavora in maniera profonda, accurata. Costruisce un film in cui non sono solo i grandi spazi offerti dai paesaggi naturali a riempire l´inquadratura ma anche i dettagli di fiori, piante, animali. Spazi cinematografici pulsanti, vivi, pieni di un´infinita bellezza, perché la natura diventa anche esperienza estetica, visiva. E poi un uso espressivo, poetico della colonna sonora, con le stupende canzoni di Eddie Vedder, i cui testi si misurano sempre con le immagini e con le parole del protagonista. Un modo per esprimere ancora concetti e idee, ma anche per creare emozioni e sensazioni.

Into The Wild non è solo un film da vedere e rivedere e amare è più di ogni altra cosa un´esperienza da vivere. Un viaggio da compiere.
Non sarei stata capace di esprimere così bene ciò che questo film dona a chi lo guarda...
Bye

domenica 3 febbraio 2008

emozioni


Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere.
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire.
Domandarsi perchè quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore.
E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
se poi è tanto difficile morire.
E stringere le mani per fermare qualcosa che
è dentro me ma nella mente tua non c'è...
capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi emozioni
tu chiamale se vuoi emozioni.

Uscir nella brughiera di mattina dove non si vede a un passo
e ritrovar se stesso.
Parlar del più e del meno con un pescatore
per ore e ore
per non sentir che dentro qualcosa muore...
E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa...
E prendere a pugni un uomo solo perchè è stato un pò scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese.
E chiudere gli occhi per fermare qualcosa che
è dentro me ma nella mente tua non c'è...
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi emozioni
tu chiamele se vuoi emozioni.

Lucio Battisti

una giornata così...

Camminare tra la gente senza saper dove andare. Perdersi nelle luci della città. Camminare senza saper dove andare... le gambe ti guidano chissà dove. Cammini tra la gente, schivi le persone per non urtarle... eppure non le vedi... attraversi la strada, sali su un autobus, scendi, giri a sinistra... ma te non vedi quello che hai intorno, non sai che strada stai facendo... il tuo sguardo è perso nel vuoto... guardi al di là di quello che hai davanti... cosa guardi? Hai lo sguardo perso, ma mi accorgo che è triste... cosa ti turba? Continui a camminare, sei inarrestabile... ma dove vuoi arrivare? Poi ti fermi. Il Colosseo. E' lì, nella sua maestosità... i tuoi occhi lo guardano... ed una lacrima scende furbetta sul tuo viso... a cosa stai pensando? "Avrei bisogno di qualcuno che mi ascolti, una spalla su cui poter piangere, una mano che mi aiuti a rialzarmi ed un sorriso che mi conforti... avrei bisogno di un amico, capace di ascoltarmi senza giudicarmi, pronto a darmi consigli e che non pretenda nulla da me se non amicizia... una persona sincera, leale, amica senza secondi fini...". Un passante ti urta, ti giri: non chiede scusa, ma procede per la sua strada. E finalmente sorridi.
FINE

sabato 2 febbraio 2008

finalmente!

Wow! Sono circa sei giorni che ho creato questo blog e solo ora ho un attimo di pace per scriverci qualcosa. Un attimo di pace da cosa? Dallo studio! Sto studiando come una pazza. Ma ieri ho già cominciato a cogliere i frutti della mia fatica: orale di Analisi Vettoriale, 27! Wow! Sono molto soddisfatta, anche perchè il prof mi ha fatto i complimenti per il bell'esame fatto. Ora, altri due esami e anche questo semestre è fatto! Yoohoo! Certo che Fisica è proprio tosta, ma molto bella... Per oggi, cmq, niente studio. Da domani, si ricomincia: Termodinamica e Meccanica analitica e relativistica.
Bye