Lascio cadere l'asciugamano ed entro in doccia.
Apro l'acqua e aspetto che il getto bollente mi scaldi.
L'acqua scivola sulla mia pelle, i vapori si alzano verso il soffitto. Mi rilasso, i muscoli si sciolgono. Mi concentro su di loro, per non pensare, per allontanare qualsiasi pensiero, qualsiasi preoccupazione.
Mi concentro sul mio corpo. Mi concentro sull'acqua che lo accarezza.
Provo ad immaginare il viaggio di una goccia su di me.
Una sola, singola goccia.
Il suo viaggio è veloce, rapido su di me. Ma io mi concetro su quella piccola goccia e il tempo rallenta.
Esce dal tubo della doccia e cade, cade insieme a tante altre gocce uguali a lei, ma io l'ho visualizzata, la vedo, la riconosco.
Cade, cade, cade... e incontra la mia fronte. Si appiattisce per l'impatto, poi comincia a scorrere sulla mia pelle.
Lentamente... vedo la sua corsa a rallentatore.
La goccia scende, scivola fino all'inizio del setto nasale, tra le due sopracciglia scure.
Potrebbe andare a sinistra o cadere a destra... invece prosegue dritto.
Come un funambolo su una fune, la goccia procede lungo la linea dritta del mio naso.
Ancora un pochino... ci sei quasi...
Arriva sulla punta e lì scivola velocemente giù per poi... risalire lentamente ed arrestarsi in cima al mio labbro.
Un momento...
Poi riprende la sua passeggiata, a volte lenta, qualche volta accelerata.
Scende sul labbro superiore e resta lì, tra le labbra chiuse.
Un momento...
Poi prosegue di nuovo.
Accelerata, procede sulla curva del mio mento... discesa... salita...
E poi... giù per il collo, sempre più veloce.
Scivola sul petto, passa tra i seni, velocemente arriva all'addome, all'ombelico... stop!
Resta lì, bloccata in quel buchino...
Ma alcune sorelle, che hanno percorso il suo stesso tragitto, o si sono ricongiunte in qualche altro punto, avendo prima percorso altre vie, giungono fino a lei e la sospingono via da lì.
La piccola goccia esploratrice riprende la sua corsa.
Scivola sulla curva della mia pancia... sempre più giù, fino ad arrivare nella zona pubica.
Tra tanti ostacoli, decide di scartare a sinistra e di prodeguire indisturbata lungo l'inguine...
Continua lungo l'interno coscia, incrociando la strada di tante altre gocce, confondendosi e non riuscendo a proseguire dritto...
Procede a zig-zag, fino al ginocchio.
Lì, con la spinta delle altre, riesce a risalire lungo la rotula.
Aggira qualche piccola cicatrice e prosegue giù, accelerando lungo la tibia.
Arriva velocemente al dorso del piede.
Prosegue dritto verso le dita. E' quasi arrivata all'alluce...
Cade giù, catturata da quelle piccole onde sul fondo della doccia, che la portano via, lontano.
E così si conclude la sua esplorazione...
... fine del viaggio.