martedì 21 settembre 2010

oceanomare




Tecnicamente l'Adriatico è un mare, non un oceano... Mi son lasciata influenzare da Alessandro Baricco. Infatti ho da poco finito di leggere il suo libro, Oceanomare appunto. E' un libro favoloso, Baricco è proprio grande con le parole. Già con altri suoi libri era riuscito a lasciarmi senza fiato (per esempio con Castelli di rabbia), ma con Oceanomare mi ha mandato letteralmente in estasi: i suoi personaggi surreali, le sue digressioni sul mare, sull'oceano... Per capire dovete innanzitutto leggere il libro e soprattutto essere amanti del mare quanto me. E "amare il mare" non significa essere patiti delle spiagge d'estate, della tintarella, di costumi e bagni, niente di tutto ciò. Si ama realmente il mare quando lo si riesce ad apprezzare in tutte le stagioni, anche in autunno, inverno e primavera. Pensateci un attimo: con le spiagge affollatissime, con l'acqua invasa dai bagnanti, con l'aria intrisa dell'odore di creme abbronzanti e delle voci delle persone, riuscite forse a cogliere la vera essenza del mare? Credo proprio di no. D'estate riesco a godermi davvero il mare solo la mattina presta (tra le 5 e le 7) o la sera (ore 19-21), quando in spiaggia siamo solo in due: io e il mare.
Sarà che Settembre è il mio mese, ma il mare di Settembre è il migliore. Ho tanti bei ricordi del mare in questo periodo. Uno, in particolare, è per me indimenticabile.
Era la seconda metà di Settembre del 1997. Era una domenica mattina. Papà ed io eravamo in giro per Pescara. Era una bella giornata di Sole, ma l'autunno era ormai alle porte e l'aria era fresca.
"Dove vuoi andare?" - mi chiese il mio babbo.
"Al mare!" - risposi sorridendo.
Siamo andati in spiaggia a camminare a piedi nudi sul bagnasciuga, facendoci ogni tanto raggiungere dalle onde. Il mare era calmissimo, liscio come l'olio. Nonostante la bella giornata, in spiaggia non c'era nessuno. Era così bello il mare, che babbo ed io abbiamo deciso di farci l'ultimo bagno della stagione. Ci siamo buttati in acqua vestiti. L'acqua era fredda!
Fu una bellissima giornata. Di quel giorno conservo gelosamente le risate di me e babbo tra gli schizzi d'acqua, i tuffi che mi faceva fare prendendomi in spalla, le corse fino agli scogli... Bello avere dei ricordi così.
E rivangando vecchi ricordi, decido di viverne di nuovi.
Un paio di giorni fa ho preso la macchina e sono andara a farmi un giro come mio solito. Mi piace da matti guidare: sentire il motore, le sue vibrazioni sui pedali, cambiare marcia, andare veloce, stringere il volante... troppo bello. Quando prendo la macchina è per il puro piacere di guidare e di perdermi per strade che non conosco o che non ricordo (o perlomeno ricordo solo quando le ripercorro).
Sono uscita dal parcheggio di casa (erano le 18.30 circa) e ho guidato in direzione del lungomare. Una volta lì, ho svoltato a sinistra: direzione nord.
Ho guidato verso nord, seguendo il confine del mare. Alla fine di Montesilvano, per proseguire ancora su, son stata costretta a rientrare verso l'interno per raggiungere il ponte e superare il fiume. Una volta a Marina di Città Sant'Angelo, alla prima indicazione per il mare, ho svoltato a destra e ho proseguito. A volte ero costretta a rientrare verso l'interno, ma poi ogni volta, appena possibile, tornavo sulla riviera. Belle queste strade dritte, incorniciate da alti pini marittimi.
Erano circa le 19 quando sono arrivata a Torre Cerrano: è favolosa. Si stagliava alta sullo sfondo grigio di un cielo plumbeo, illuminata dal basso da alcuni faretti di luce bianca. Uno spettacolo.
Ho continuato ancora a guidare verso nord. Di nuovo la strada proseguiva parallelamente al mare, ma più verso l'interno. Un pò prima di Pineto, al cartello marrone "mare", ho ancora svoltato a destra. Questa volta, però, la strada finiva in un parcheggio piccolino e per il lungomare bisognava proseguire a piedi. Non c'era anima viva.Soltanto io e il mare.
Ho lasciato la macchina lì e sono andata in spiaggia. L'aria era fresca, quasi fredda, intrisa di umidità. Il cielo era grigio, popolato di nuvole con cattive intenzioni. Il mare era in tempesta: onde alte si abbattevano sulla spiaggia. Il vento soffiava forte.
Spettacolo meraviglioso.
Mi sono allungata sulla sabbia umida: completamente spadizzata, aspettando la pioggia. Ero vestita con una tuta grigia, facevo pendant con il cielo.
Sono stata un pò lì, dimenticando il freddo e l'umidità che penetravano i vestiti.
Ho chiuso gli occhi e mi sono inebriata del mare.
L'odore di salsedine mi ha pervasa; la voce del mare mi ha cullata; il vento mi ha accarezzata.
Questo è il Mare.
In questi momenti ne colgo l'essenza, ne apprezzo la bellezza, ne riconosco la maestosità.
Quando ha iniziato a piovere sono scappata in macchina. Prima di salire, mi son scrollata la sabbia dai vestiti e dai capelli (se no chi la sentiva poi Mommo per la macchina "spiaggiata"?). Ho riavviato il motore e ho proseguito ancora verso nord, perdendendomi tra i miei pensieri.
La telefonata di Mommo mi ha riportata alla realtà: "Dove sei?"
"In giro, tra poco torno a casa."
Non avevo neanche fatto caso che il sole era ormai tramontato... erano le 20 circa ed io ero arrivata a Roseto degli Abruzzi. Per far presto, ho imboccato l'autostrada e son tornata a casa.

That's all folks!

giovedì 2 settembre 2010

shine on your crazy diamond

Simply fantastic!