lunedì 28 febbraio 2011

Wonderful Life

Sono follemente innamorata degli Hurts, della loro musica, dei testi delle loro canzoni, del loro stile...
In questo post non voglio dilungarmi sul come li ho scoperti e perché li ami tanto (lo farò prossimamente).
Vi lascio con questa che è una delle mie canzoni preferite: un ritmo che ti prende, il testo semplicemente stupendo ed il video fantastico.

domenica 27 febbraio 2011

Inception


Christopher Nolan è davvero un regista in gamba. L'ho amato per Batam Begins ed ancor di più per The Dark Knight. Ed ora mi ha stupito con questo film visionario ed alquanto intrippante.
Non voglio dir nulla al riguardo per non rischiare di "spoilerizzare" qualcosa.
Quello che posso dirvi è che non è di certo un film per rilassarsi: ti tiene inchiodato alla poltrona a spremerti le meningi per capire quello che gli occhi vedono. Ecco, secondo me è un film molto alla stregua di Matrix, i.e. dietro gli effetti speciali, la trama nasconde una filosofia per nulla banale.
L'ho gradito molto e vale la pena vederselo. Forse al cinema avrebbe reso di più.
Ma vi assicuro che anche piazzati su un comodo divano e sotto una calda coperta non è niente male.

is just a coincidence?

Ieri sera, subito dopo cena son rimasta a chiacchierare con il compagno di Mommo del più e del meno con la tv in sottofondo. Stavamo discorrendo circa gli spot pubblicitari, quali sono quelli che secondo noi funzionano e quali no, come viene pensata una pubblicità e cose simili. Finiamo a parlare di compagnie telefoniche e della Tim in particolare, pensando entrambi che la pubblicità con la Belen non funziona, attirando la Belen solo un pubblico molto ristretto, e quindi non era ben pensata per rappresentare una compagnia telefonica.
Restando sul tema telefonia, Maurizio mi ha detto qualcosa che mi ha lasciato di stucco:
"Ma lo sai che la Vodafone ha lo stesso identico logo che compare nel simbolo del Ku Klux Klan?"
Maurizio lo stimo e ho subito creduto alle sue parole sapendo che non era una presa in giro, ma poiché credo di discendere direttamente da San Tommaso, mi son fiondata al computer e ho aperto il mio fidatissimo Google.
O-MIO-DIO, è proprio vero! E non solo...
Infatti, io non ci avevo mai fatto caso a questo particolare in quanto non avevo presente il simbolo del KKK, ma altre persone si era già accorte della cosa e ne avevano discusso in vari forum sparsi nell'etere. E ho scoperto che anche la 3 ha la goccia di sangue del KKK camuffata nel proprio logo.
Guardate con i vostri occhi:


Semplice coincidenza?
La faccendo è veramente molto inquietante...
Dopo questa scoperta, sono ancor più felice di essere una cliente della Wind!

sabato 12 febbraio 2011

The Spirit


Giovedì sera ero a casa e in tv hanno trasmesso The Spirit, che era nella lista dei film che prima o poi vorrei vedere. Così, ne ho approfittato: alle ore 21, inforcati gli occhiali, indossata una comoda tuta, presa una morbida coperta, ero in postazione d'ozio totale sul mio letto.
Frank Miller è grande! Quel suo stile, in cui pare di vedere una pellicola a fumetti piuttosto che un film, lo trovo stupendo. Miller non delude, anche se... la storia mi sembrava piuttosto banale, anche un po' vuota. Dato che considero Miller un genio, mi son chiesta quale fosse il suo obiettivo per questo film. Così, armatami di computer, mi sono affidata a Google, dove ho trovato questa bella recensione di Andrea D'Addio pubblicata il 22/12/2008.

Miller si sbizzarrisce nei richiami ad altre opere cinematografiche, nel costruire attorno al suo protagonista una sorta di manifesto pop non solo del concetto di supereroe, ma anche del cinema stesso.
“Datemi subito una cravatta. E fate in modo che sia rossa!”. Quando quello che dovrebbe essere un supereroe esclama, dopo poco più di mezz’ora, una frase così leggera e allo stesso tempo così intrinsecamente legata a quell’attenzione per l’estetica che sta facendo diventare i vari Spiderman & Co. più che delle leggende delle vere e proprie icone di stile (non a caso a New York lo scorso maggio vi è stata una mostra su questa falsariga), è chiaro che ciò che si sta guardando è qualcosa di diverso dalle solite pellicole sui boyscout mascherati.
Qui The Spirit non è una riproposizione audio e video dei disegni e delle storie di Will Eisner (che lo ha creato nel 1940), ma un personaggio che di quelle pagine riprende sì il look, i nomi dei cattivi e la rappresentazione della città, e cioè la parte più superficiale, quella legata all’occhio, ma esagera tutto il resto, a partire dall’ironia.
Se The Spirit aveva come punto di riferimento, a volte anche in maniera sarcastica, i detectives delle storie di Raymond Chandler, qui Miller si sbizzarrisce nei richiami ad altre opere cinematografiche (grottesca quella di “Il maratoneta”), nel costruire attorno al suo protagonista una sorta di manifesto pop non solo del concetto di supereroe, ma anche del cinema stesso.
Non siamo assolutamente dalle parti delle cupe atmosfere di Sin City e 300 (mondi che Miller ha inventato quando si limitava al fumetto), tutto è volutamente sopra le righe, comico nel suo essere smaccatamente frutto di una ricerca prima di tutto estetica e solo in secondo luogo contenutistica. Non c’è sovrastruttura narrativa, il buono nasce per combattere un cattivo che: a) vuole dominare il mondo, b) rivela i suoi piani all’eroe quando pensa di essere ormai vicino alla vittoria (ma logicamente si sbaglia) e c) dice frasi del tipo “noi due in fondo siamo uguali”. Insomma ricalca fedelmente qualsiasi stereotipo per diventarne il ridicolo emblema e strappare sorrisi.
Frank Miller pare aver riversato nel suo eroe tutte le sue passioni. Dall’amore per la città a quello per le belle donne, passando per l’attenzione ai capi firmati (chi scrive ha avuto modo di intervistarlo tempo fa. Alla domanda sul se seguisse la moda, Miller rispose: “Mi piace così tanto che per Sin City finii col vestire delle prostitute che guadagnano mille dollari al mese con dei Versace che costano più di diecimila dollari”).
The Spirit va così visto come una sorta di film comico, una festa di continue invenzioni visive che strizzano l’occhio al cinefilo, ma forse non agli amanti dell’originale The Spirit, un lavoro originale e apprezzabile per il suo tentativo di cercare un proprio linguaggio (di Sin City si può dire, ad esempio, che sia quasi ricalcato sulla graphic novel), memore della lezione di Eisner, ma non per questo succube del genio del suo inventore.

Confermo: Frank Miller è geniale!

sabato 5 febbraio 2011

il mio sorriso

Come ogni donna, anch'io ho qualche bell'insano complesso sul mio aspetto fisico. Nonostante non bado molto alla mia immagine (basta infatti guardare il mio style: vestita in modo molto casual; raramente con un filo di trucco, preferisco essere acqua e sapone)... Nonostante ciò, sono molte le cose che non mi piacciono di me, ma non faccio nulla per mascherarle.
Però, per fortuna, qualcosina la salvo. Alla (breve) lista delle cose che apprezzo di me stessa, ultimamente si è aggiunto il mio sorriso.
Non so il momento esatto in cui c'è stato questo cambiamento. Infatti, il mio sorriso non mi è mai piaciuto particolarmente. Anzi, per un certo periodo quasi non lo sopportavo: mi guardavo nelle foto e provavo un senso di... disgusto...? No, disgusto è esagerato... un senso di insoddisfazione, diciamo così. Tuttavia, questo non mi ha mai frenato dal sorridere: l'atto di sorridere mi piace molto, aldilà di quello che penso del mio sorriso.
Ad ogni modo, alcuni settimane fa mi sono accorta che qualcosa era cambiato...
Ero in bagno a lavarmi le mani. Mi sentivo felice per alcuni motivi che non starò qui a raccontarvi e, mentre mi insaponavo le mani, mi sono guardata allo specchio sorridendo. Ed in quel momento ho pensato: "Però, ho un bel sorriso." E subito dopo: "Hey, momento... da quando mi piace il mio sorriso?".
La mia reazione a questi pensieri?
Un sorriso. :D