venerdì 20 aprile 2012

sometimes you can't make it on your own

  Spesso capita che accendo la tv mentre studio. Di solito mi infastidisce, ma alle volte il chiacchiericcio di sottofondo mi aiuta a concentrarmi meglio su quello che sto facendo.
  Stamattina è stata una di quelle volte. Ho acceso la tv e mi sono messa a studiare. Ultimamente la tv mi si sintonizza automaticamente su Italia1 (chissà che cavolo avrò combinato per farle fare ciò...). E mentre studiavo, trasmettevano la serie Ugly Betty. Non so che cosa stava accadendo nel telefilm perché non stavo guardando (dalla scrivania non vedo la tv), ma ad un certo punto è partita Sometimes You Can't Make It On Your Own degli U2.
  Mi ha riportato indietro, ai tempi del liceo (infatti è del 2004): non un ricordo in particolare, ma sensazioni nostalgiche. L'ho cercata su youtube per riascoltarla tutta.
  Trovo questa canzone bellissima: la voce di Bono è magnifica e la musica è dolce, malinconica ma dolce.
  Sono molto arrugginita in inglese, così per capire bene tutto il testo l'ho letto su internet e ho cantato insieme a Bono.
  E mentre cantavo mi è successa una cosa che non mi è mai successa con nessuna canzone prima d'ora: il testo mi ha coinvolto e mi sono commossa.
  Come spiegare... cioè, non è la prima volta che una canzone mi scaturisca qualche emozione, che sia gioia, dolore, rabbia o altro. Ma di solito, ecco, queste sensazioni scaturiscono più dalla musica, su cui faccio partire film mentali pazzeschi e, se sono in uno stato d'animo grigio e la canzone mi trasmette note dolorose, posso anche piangere (di solito sfogo così il mio dolore). Ma è la prima volta che, come dire, condivido l'emozione che il cantante voleva esprimere con il pezzo, testo e musica insieme. Ecco, è come se mi fossi immedesimata in Bono che cantava e mi sono commossa. Perché questa canzone è dedicata al suo papà morto nel 2001. Il fatto di dedicarla al padre, ai miei occhi la rende ancor più bella.

  Buon ascolto!