mercoledì 30 luglio 2008

sentimenti

Già mi manca Roma. Sono qui a Pescara da... 3 giorni? E già voglio tornare a Roma. L'ultima settimana è stata... strana: mi sono divertita perchè ho girato Roma, mi sono vista con gli amici (di volley e dell'università)... ma ho anche passato dei momentacci. Ad esempio, ho tirato un pugno ad un tizio (un diretto sinistro... Alì sarebbe fiero di me :D)... mi ha toccato il fondoschiena, che dovevo fare?! Ma spt... ho fatto soffrire tanto un ragazzo... e questo mi fa star male. Sono tornata a Pescara domenica scorsa ed avevo mille pensieri: gli esami che dovrò dare a settembre, il fatto che Fabio soffra per me, il mio pensare ad un altro ragazzo, la mancanza che ho di Roma... Poi, lunedì sera Fabio mi dice che ha raccontato tutto a mio fratello, tutto ciò che ho fatto in questi ultimi mesi in cui mi ero chiusa in me stessa... cose che non avevo ancora mai trovato il coraggio di dire a Mat perchè sapevo che lo avrei deluso... mi è crollato il mondo addosso, sono stata malissimo... e Fabio si è sentito in colpa. E nonostante tutto, il giorno dopo è venuto a Pescara per essermi vicino... e lo ringrazio tantissimo, perchè mi ha aiutato ad affrontare questo momento di crisi che da sola non avrei superato... e l'ha fatto anche sapendo che rivedendomi per lui sarebbe stato peggio. Grazie mille, Fabio. Mi sono confidata con mia madre (come non facevo da troppo tempo). Le ho detto tutto ciò che mi ero tenuta dentro per mesi. Ed ora mi sento più leggera (anche se la malinconia ancora non mi abbandona). Non so quanto ho pianto in questi ultimi giorni... ormai non ho più lacrime... ma la tristezza mi pesa ancora sul cuore ed io continuo a ripetermi: "la felicità è ad una lacrima da qui"... Ma forse non è tutto così nero come lo vedo ora... chissà! Ieri sono andata a zonzo per Pescara e dintorni con la mia macchinina, cantando a squarciagola Battisti. Ho visto il tramonto dai colli... era tutto così romantico: seduta sul cofano, guardavo il cielo colorarsi di rosso ed alberi e case e colline all'orizzonte... e luci che pian piano si accendevano qua e là... che spettacolo! Ed in questi momenti, la tristezza, l'inquietudine che ho addosso lasciano il posto alla pace ed alla serenità...

1 commento:

coach3d ha detto...

Da sempre ogni vaolta che ho bisogno di tranquillità lo faccio guardando l'orizzonte. Al tramonto. Su spazi vasti. Sul mare. Sulle distese erbose. Cose che a Roma mi posso solo sognare. E sto male. Roma per me è piccola. Ho poco spazio.
Quando ho bisogno di guardare nella mia mente, pensare a me stesso, crescere sugli errori fatti o sulle ferite infertemi penso sempre al suono del mare che si frange sugli scogli, al lento procedere dei fiumi circondati di alberi, alle infinite distese di terra. Lo spazio che nn riesco a trovare dentro di me, a volte è effettivamente fuori. E aspetto. Aspetto. Aspetto. Perchè niente è per sempre a quanto pare. Neanche la roccia, la terra, il mare. Tutto passa, e io aspetto che tutto passi, lasciandomi più pulito, più sereno di come ero prima della tempesta. Qualcuno mi ha detto che quando sono inquieto devo restare immobile e aspettare. Ci provo. E' difficile. Ma è l'unica vera soluzione.
Mi manca l'ARIA, ma credo di poter riuscire a starne senza. Almeno ci devo provare.
Poi si vedrà se un viaggio per vedere un ponte tra il fiume e l'oceano sarà benefico o deleterio.