venerdì 12 dicembre 2008

mille pin e mille foto

Ho trovato questo scritto sul mio quaderno di quantistica. Non è opera mia, è uno di quegli scritti che mettono sulle copertine. Ve lo riporto perchè l'ho trovato davvero carino.
Ho deciso di non dimenticarmi di me. Per questo giro sempre con le tasche piene di fermagli, ogni cosa importante una clip colorata, una pin ad hoc e una foto ricordo. Cose che ritengo importanti per me, sia chiaro. Scatto una foto, la stampo e la "lego" ad un quaderno. Dentro, sulle pagine bianche ci scrivo la storia, ma solo dopo, molto tempo dopo. Le piccole e grandi emozioni, al cuore, si servono ancora fredde: c'è più gusto, ogni tanto.
Ora ho mille pin e mille foto - forse cento forse un milione - quasi tutte a colori.
Ne scatto solo poche in bianco e nero, ma sono quelle a cui tengo di più. Il bianco e nero non ti dice tutto, si limita a lasciarti un'idea, un graffio, una carezza. La chiave parziale e unica di un momento che hai vissuto. Il resto devi rivivertelo te.
Guarda questa. Quaderno blu, pin con ombrellone. C'è un muro scuro e due paia di scarpe da tennis bianche, appena lavate con la candeggina per l'ennesima volta, consumate alla punta degli alluci. Le scarpe sono appoggiate al muro, in verticale. Asciugano al caldo. A pensarci bene davanti alle scarpe c'era un mare di smeraldo ed il sole, alto al vertice, era di quelli che affannano il respiro. Era una casa mediterranea di un'isola mediterranea e tutto intorno c'era voglia di Mediterraneo. Trascorremmo un intero agosto completamente scalzi. Ma lui, sopra ai piedi nudi, dalle parti del cuore, aveva un cappotto spesso come le sue paure. Non ci capimmo mai. (Il cappotto non si vede perchè sta dietro all'obiettivo. Lui dentro al cappotto. Io dietro a lui. Dietro a me il mare di smeraldo. Sopra di noi il sole. Sotto il sole e davanti a noi le scarpe. Però a quelle scarpe, anche alle sue, ho voluto troppo bene).
E questa. Quaderno grigio, pin con ombrello. Una Pasqua di pioggia, io e lui (l'altro) alle Cinque Terre. Fotografammo l'arcobaleno. Faceva ancora un freddo cane, ci erano venuti i reumatismi, mangiavamo solo panini perchè avevamo finito i soldi. Ma stavamo bene: ci vuole molta fantasia a portarsi a casa un arcobaleno in bianco e nero. Forse è per questo che i suoi occhi me li ricordo ancora.
Quaderno fucsia, pin con automobile. A casa mia. Foto del divano. Questo che si vede spaparanzato sopra è il mio gatto nero fotografato mentre sonnecchia. Gatto indipendente, ogni tanto esce e se ne sta in giro, come molti gatti, in prevalenza neri come lui. Tutte le volte che una macchina bianca gli attraversa la strada fa gli scongiuri. Ma accelera, mica torna indietro o si ferma. Altrimenti lo tirano sotto. Il mondo dipende da che prospettiva lo guardi.
Quaderno antracite, pin con il mio nome. Questa foto tutta nera che pare voluta, è venuta così perchè mi ero dimenticata di togliere il copriobiettivo. Però l'ho fatta sviluppare ugualmente per ricordarmi che di cazzate se ne fanno tante nella vita. Qualche volta, se sai gestirle con genio, possono sembrare capolavori.
Quaderno verde, pin con scarponi. Questa foto tutta bianca, invece... Facciamo che è un particolare, fatto col macro, di una formidabile giornata in montagna, sui campi di sci. Anzi, facciamo che la butto via. Ci sono cazzate che per fortuna non hanno rimedio.
Ah, questa. Quaderno arancio, pin con isoletta e palma. Ero in barca. Una foto del mare. Come non so fare le fotografie... No, non è che è venuto mosso. Era proprio così, quel mare. Se fosse stato piatto sarebbe venuta una foto piatta. Credo che non l'avrei fatta.
Quaderno rosso, pin con Miss Mondo. Questo invece è un autoscatto: sono io con il mio nuovo ragazzo. Non si vede niente oltre a me? Appunto. Prima o poi passerà pure qualcuno di lì...

Gino e Michele

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